UGO. SCENE DEL SECOLO X - PARTE PRIMA
, quale silenzio, quale tranquillità! - Dove sono? - si domandò Ugo, ma non potè rispondersi. Egli non conosceva quel luogo: guardò ancora attorno, e
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labbra, fuma come torcia di funerale notturno. Fanno tresca allo spettacolo spirti glauchi, spirti bigi, spirti scialbi. I brandelli sono lacerati
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detto a Bonifacio: - Io solo sono il capo dell'impresa! Altissimamente lo grido alle castella, io, io! - Ildebrandino e Oberto bastavano soli a liberare
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prima era dirupata la valanga? dove? come? Chi l'ha detto? Alla luce scialba di questa tristissima mattina si sono fugate le imaginose poesie del giullare
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alle spalle di Ugo per distruggere le torri di legno. Oberto incominciò a meravigliare: - Come? Qui non ci sono i nemici? - e vedendo, alla lontana
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. Signat: Warinus. Ingus Gridata da Guidello, sono tubæ præmisso....» uidello, finita la lettura, prese la pergamena, colla sua funicella rossa la assicurò
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Oldrado, se è tromba! E i balestrieri non sono ancora a posto! - meravigliò Ugo. S'udì ancora uno squillo venire dalla banda del castello, ed ecco
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? Nessuna data è certa. Anche la tradizione è morta da un pezzo. Frassineto ebbe delle leggende, e sono svanite: Malandaggio ebbe un romito vecchio che
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al buio, e vedendo sull'altra l'ombra della sua persona barcollare gigante, continuava: - Sapete: tante cose le paiono, ma non sono? - Come a dire
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giuoco! - Mandiamo i paggi per le armi! - Era tempo! - E i nostri montanari sono tutti pronti e vogliono le prede. - E quelli di Ugo! - Educati da
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faccia dello scudiero: contrasse i pugni ed urlò - Messere, pei falconieri disattenti ci sono le verghe dei servi! - Oh conte, no! - rise allora Ugo colla
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volte di lunghezza la persona, per attestare che tre virtù sono necessarie a chi la maneggia, fortezza nel pensare, fortezza nel fare, perseveranza
Accademia della crusca
